Un rumore ci seppellirà

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L'inquinamento acustico

1,3 miliardi di persone nel mondo, un adulto su quattro negli Stati Uniti e in Europa, sono le vittime dell’inquinamento acustico, uno dei fenomeni più pericolosi del Terzo Millennio. Traffico, aerei, gente che parla continuamente attorno a te e gente obbligata ad alzare la voce per potersi far sentire, telefonini, smartphone, tablet, mp3 e cuffie, condizionatori ed altro ancora, sono loro i veri killer di questa carneficina, almeno secondo la ricerca condotta dall’International Commission of Biological Effetcs of Noise (ICBEN), una commissione composta da neurologi, cardiologi, epidemiologi ed altri esperti del settore. Un costante brusio, un ronzio implacabile che penetra dalle orecchie all’interno del nostro cervello già a partire dalle prime ore del mattino per lasciarsi in pace, se si è fortunati, solo durante la notte e che, purtroppo, miete un bel numero di vittime ogni anno.

Il lungo articolo pubblicato sulla rivista Lancer spiega in maniera chiara come tutto ciò affetta le nostre vita e, soprattutto, la nostra salute. Non è solamente l’apparato uditivo a sopportare i danni dell’inquinamento acustico infatti, bensì anche quello cardiovascolare e nervoso, tanto da stilare una lunga lista di disturbi e malattie, anche molto serie, correlate.

Ipertensione, infarti e ictus sono alcune delle possibili malattie che il continuo stress sonoro minaccia di causarci ogni giorno. Del resto va considerato almeno un altro elemento che viene pesantemente influenzato dall’inquinamento acustico: la qualità del sonno, condizione basilare del nostro benessere. Le conseguenze di un ambiente notturno poco tranquillo, dal punto di vista sonoro, si riversano nella difficoltà di concentrazione durante il giorno, e di apprendimento, specialmente in campo infantile. Non per niente l’OMS ha emanato, da poco, le Night Noise Guidelines for Europe, ovvero una serie di norme per mantenere la soglia del rumore, notturno in particolare, entro dei limiti sopportabili.

Anche l’Italia pare stia iniziando a prendere provvedimenti in proposito, seppur i suoi standard rimangono al si sotto delle medie europee. Un modello interessante si ritrova in Toscana dove tutti i comuni hanno mappato il rischio acustico e si è già iniziato a stilare piani e ad avviare i primi progetti. Che fungano da esempio.

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