L'avvocato e la sua storia

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Avvocato, dal latino advocatus da ad-vocàre cioè chiamare in soccorso, chiamare a sé, chiamare in propria difesa, quindi chiamato in propria difesa.


La figura dell'avvocato trova in Grecia i suoi primordi. In realtà in quel contesto ispirato all'autodifesa, il ruolo dell'avvocato era una commistione delle attività di vari soggetti:
i pragmaticoi, quelli che si occupavano della predisposizione di quanto occorresse alla difesa, poi vi era il retore, colui che parlava pubblicamente a favore delle controparti, e da ultimo, ma di fondamentale importanza c'era il logografo (colui che scrive il discorso) il professionista cioè che redigeva il discorso che le parti avrebbero pronunciato innanzi ai giudici. Sono le parti, infatti, in questo sistema giudiziario, a dover parlare personalmente a propria difesa.

Nell'antica Roma la figura dell'avvocato non fu altro che un'evoluzione della figura del patronus (da pater padre, protettore) che parlava in favore di propri schiavi affrancati o di plebei. Sostanzialmente intercedeva per essi.

Molti avvocati erano di origine gallica.

In origine gli advocati non percepivano alcun onorario, tuttavia spesso ricevevano doni consistenti, e con il tempo molti finirono per pretenderli tanto che più leggi susseguitesi nel tempo vietarono dapprima la corresponsione di onorari esorbitanti o quanto meno la pretesa di ottenerli e stabilirono dei limiti agli onorari poi. In un primo momento la legge che stabiliva dei limiti non prevedeva sanzioni ed infatti non ebbe alcun effetto, poi vennero stabilite delle pene pecuniarie, ma ugualmente non ebbero successo.

L'avvocato, retribuito o meno, in ogni caso godeva di un prestigio sociale senza pari. Tra i più noti Cicerone. Nel Codice di Giustiniano il lavoro di avvocato viene definito magnum, necessarium, sanctum.


Nel 1200 finalmente si giunse ad una certa regolamentazione della professione. Fu Carlo VIII nel 1490 che impose per l'esercizio della professione l'obbligo di conseguire una laurea in diritto canonino e diritto civile dopo studi che si protraevano per 5 anni.
Già da quest'epoca gli avvocati indossavano una toga nera, bordata di ermellino o ancora con un manto bianco sovrapposto.
Anche allora, come oggi, per esercitare la professione occorreva superare degli esami e frequentare le udienze per apprendere la professione.

Ai nostri giorni in ogni Stato è richiesta una preparazione universitaria e, anche se non in tutti, un esame di abilitazione. In ogni caso gli avvocati di ogni Stato per poter esercitare la professione devono essere iscritti ad un Albo e quindi appartenere ad un ordine forense.

Perchè si chiama Albo?
Perchè il termine deriva dal latino Albus, cioè bianco. Originariamente era una parte degli edifici cui veniva data calce bianca per potervi scrivere degli annunci visibili al pubblico. Per estensione poi il termine finì con l'indicare ogni lista pubblica come lo è quella degli avvocati o dei medici o ancora dei commercialisti.

Perchè si parla di Ordine «Forense»?
Il termine forense si riferisce al luogo nel quale al tempo dei Romani si svolgevano i processi ovvero il Foro. Il Foro Romano era il centro ed il fulcro dell'attività cittadina, sia politica, giuridica che commerciale e religiosa.
Tuttora per indicare il luogo in cui un avvocato esercita primariamente la sua attività si parla di avv. Tizio del Foro di Roma o avv. Caio del Foro di Milano.

Come si diventa avvocato in Italia?

Per diventare avvocato in Italia è necessario conseguire a laurea in giurisprudenza, svolgere i due anni di praticantato, ovvero di assistenza alle udienze e quindi di tirocinio e poi superare un esame di stato.

La legge 247/12 stabilisce i requisiti per l'esercizio della professione forense.

L'esame per ottenere l'abilitazione alla professione forense consiste di una prova scritta ed una prova orale.

La prova scritta consta in realtà di ben tre prove:
1) parere motivato di diritto civile (a scelta su 2 tracce assegnate);
2) parere motivato di diritto penale (a scelta su 2 tracce assegnate);
3) atto giudiziario a scelta tra tre: penale, civile o amministrativo.

Superata la prova scritta si passa alla prova orale che prevede l'esame su 6 materie a scelta tra le seguenti. (NB. la scelta in realtà verte su 5 materie poichè deontologia forense è obbligatoria).
Le materie sono:
diritto penale
diritto processuale penale
diritto civile
diritto processule civile
diritto commerciale
diritto tributario
diritto amministrativo
diritto del lavoro
diritto internazionale privato
diritto ecclesiastico
diritto comunitario
deontologia forense
diritto costituzionale

Avvocati famosi sono stati Abraham Lincoln e il Mahatma Gandhi che esercitò come avvocato per un ventennio.

Due frasi celebri di un celebre giurista possono guidarvi nella scelta di un buon avvocato:

Inutile la chiarezza, se il giudice, vinto dalla prolissità, si addormenta. Più accetta la brevità, anche se oscura: quando un avvocato parla poco, il giudice, anche se non capisce quello che dice, capisce che ha ragione.
Piero Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, 1935

L’avvocato, il quale fino dal primo colloquio garantisce al cliente l’esito vittorioso della causa, piò darsi che sia un abile mestierante, ma non certo un grande scienziato. Somiglia piuttosto al giocoliere che garantisce di saper indovinare la carta che uscirà dal mazzo; qui la scienza non c’entra: è solo destrezza di mano.
Piero Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, 1935

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