La fisioterapia dopo la rottura del menisco

Guida del di

Cosa fare quando si rompe il menisco

Il ginocchio e tutto il suo apparato scheletrico-muscolare rappresentano di certo uno dei punti più colpiti da traumi e lesioni. Non solo perché le ginocchia sono continuamente stimolate nell’attività sportiva, ma perché lo sono per qualunque genere di attività. Inoltre, a seguito di infortuni o sfortunate circostanze il ginocchio risulta, spesso e volentieri, il punto più esposto.

L’articolazione del ginocchio è molto mobile e complessa, addirittura più dell’intero scheletro umano, ed ha per ogni uomo o donna una importanza fondamentale. Al suo interno si incontrano ossa come la rotula e cartilagini di manifesta importanza come il menisco. Anzi, come i menischi dato che si distinguono due diversi menischi: il mediale, più grande, ed il laterale. I menischi hanno un ruolo essenziale per il corretto funzionamento del ginocchio, oltre che per il suo sostentamento e la sua integrità, tanto che una lesione o un trauma in questi punti potrebbe richiedere un’operazione chirurgica.

Quello che di certo richiede è un lavoro di fisioterapia a scopi di riabilitazione.

D’altronde la prima cosa da fare, secondo i medici, è fasciare la zona in modo da ridurne la mobilità e usare le stampelle per un certo periodo. Arrivato il momento giusto il fisioterapista provvederà a limitare gradualmente l’azione del tutore in modo da ridare libertà ed autonomia alla zona lesionata. L’obiettivo della prima fase è rinforzare i muscoli del quadricipite attraverso mirati esercizi muscolari (molto consigliata in questi casi è l’acquagym, ma anche la cyclette). Nella seconda fase gli esercizi saranno mirati all’ulteriore rafforzamento del quadricipite, oltre che degli altri muscoli circostanti, in particolare la coscia e i glutei.

Inoltre, è possibile che il fisioterapista utilizzi alcuni moderne terapie strumentali come la Tecarterapia,  la Idrokiniseterapia ed il Laser Yag ad alta potenza.

In tutto la terapia ha una durata variabile che va dai due ai tre mesi, salvo complicazioni.

Immagini correlate


Link utili