Il gomito del tennista: la fisioterapia

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Cosa è il gomito del tennista?

L’epicondilite, più banalmente conosciuta come “gomito del tennista”, è una nota infiammazione che colpisce i muscoli dell’avambraccio e dell’osso, nel punto in cui questi si inseriscono alla parte esterna del gomito, ossia l’epicondilo dell’omero. La sua singolare denominazione (conosciuta anche come “gomito del motociclista”), deriva dalla semplice ragione che si manifesta spesso negli sportivi, specialmente quelli che praticano il tennis. D’altronde non ci si deve nemmeno focalizzare troppo su questa generalizzazione, che farebbe pensare ad un problema che riguarda solo il mondo degli sportivi, quando nella realtà l’epicondilite può interessare anche categorie che di sportivo hanno poco come gli scrittori e i pianisti. Insomma tutti coloro che, per una ragione o per l’altra, passano molto tempo mantenendo immobili (ma comunque sotto tensione) gli arti superiori.

Questa frequente patologia, nei casi meno gravi, si cura attraverso un buon periodo di riposo ed eventualmente l’uso di antidolorifici ed antinfiammatori, in grado di allentare il dolore sul braccio.

Tuttavia, la fisioterapia si dimostra estremamente efficace sia per velocizzare i tempi di recupero, sia per garantire una sana e completa guarigione nei casi più complessi. Il fisioterapista esperto procederà prima con esercizi di manipolazione del braccio e dei muscoli annessi, tramite le così dette tecniche di mobilizzazione. L’obiettivo è quello di rafforzare muscolarmente la zona interessata, in modo che non si presenti più dolore quando al braccio viene richiesto uno sforzo.

Successivamente scatta una fase di ginnastica riabilitativa, che interessi anche le zone vicine al gomito come il polso e i radiali, al fine di ridare slancio all’apparato muscolare ed articolare. Gli esercizi, devono essere periodici e progressivi, devono alternare movimenti leggeri a movimenti più bruschi e devono essere perfettamente illustrati dal fisioterapista, se non si vuole rischiare uno sgradito peggioramento delle condizioni del paziente. Infine, il fisioterapista potrebbe adoperare alcuni utili strumenti come le elettrostimolazioni, le onde d’urto, la terapia a raggi laser, la Tecarterapia e lo Scenar.

Il disturbo si dovrebbe curare in poche settimane, ammesso che la sua diagnosi avvenga in tempo.

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