Esami Endoscopici
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Descrizione Esami Endoscopici
Tutti gli esami che si servono dell’endoscopia come tecnica di ispezione, vengono ascritti nell’insieme degli esami endoscopici e si servono dello strumento ottico detto endoscopio.
A volte si può scegliere di procedere con un metodo meno invasivo, cioè l’ingerimento di una capsula, composta da una memoria ed una microtelecamera, la quale prima di essere espulsa per via fecale è in grado di mostrare immagini 3D dell’intestino e del fegato.
Il termine endoscopia deriva dal greco èndon: interno, dentro e skopê: osservazione. Da ciò si deduce chiaramente che questa tecnica, sviluppatasi dalla seconda metà del’800, non è altro che un metodo di esplorazione medica che si svolge direttamente nell’interno del corpo umano. Già dal 1867, in Scozia e Germania, nacque l’idea di sperimentare un tipo di osservazione che partisse dall'interno, ma solo nel 1932 fu sviluppato il primo gastroscopio semiflessibile per analizzare da vicino l’apparato digestivo. Nel 1968 nacquero le prime strumentazioni flessibili e dagli anni ’70 in poi si andò sempre di più affinando la tecnica dell’endoscopia con i successivi endoscopi a fibre ottiche con acquisizioni di immagini proiettate su monitor.
L’endoscopia ha diversi campi di applicazione; l’endoscopia diagnostica e terapeutica come metodica d’indagine e l’endoscopia chirurgica per l’esecuzione diretta di interventi chirurgici. A seconda dell'organo esaminato si avranno denominazioni specifiche:
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L’artroscopia permette di osservare direttamente le articolazioni.
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La laringoscopia permette di operare su laringe e corde vocali, la rinofibroscopia o endoscopia nasale è l’analisi di fosse nasali, laringe e faringe, la sinuscopia, delle mucose nasali.
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La più conosciuta gastroscopia permette di esaminare stomaco, esofago e duodeno; un’anoscopia è utile per osservare le cavità dell’ano, mentre una colonscopia è necessaria per osservare colon e retto.
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In ginecologia la fetoscopia permette l’analisi diretta del feto e l’amnioscopia esamina il liquido amniotico che avvolge il feto. In urologia la cistoscopia è necessaria per esaminare la vescica.
L’endoscopio è lo strumento ottico di ispezione a forma di tubo, che grazie ad una telecamera interna invia le immagini ad uno schermo. Solitamente si inserisce naturalmente, a volte oralmente, altre ancora occorre creare un piccolo accesso in zone difficilmente accessibili (come il torace o l’addome) in endoscopia chirurgica.
L’endoscopio può essere di tre tipi: flessibile, rigido a fibre ottico o elettronico.
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L’endoscopio flessibile può essere lungo da un metro fino il metro e mezzo e presentare un diametro variabile dai 6 ai 10 mm.
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L’endoscopio rigido è di solito metallico e può essere lungo dai quindici ai trenta centimetri e presentare un diametro di 5-8 mm.
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L’endoscopio a fibre ottiche è composto da una testa (comandi), un intermezzo cilindrico ed un puntale.
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