I regolamenti e le direttive comunitarie vengono spesso vissute dai cittadini italiani e non solo come un qualcosa di lontano, estraneo, persino vessatorio. E non sono pochi, in effetti, i casi in cui determinate scelte prodotte nelle lontane stanze di Bruxelles hanno molto di inspiegabile e burocratico e molto poco di condivisibile.
Oggi, invece, vogliamo parlare di un caso diverso, di quando conviene adeguarsi all'Europa, di quando l'Europa ci consente di superare i limiti, le superficialità e le arretratezze nazionali.
E' il caso, per esempio, della normativa Haccp sulla sicurezza e sull'igiene alimentare, un settore che ha conosciuto una vera e propria rivoluzione copernicana, tuttora in essere.
Recependo il "pacchetto igiene comunitario" del 2004, anche l'Italia ha dovuto adeguarsi,infatti, ai principi cardine dell'Unione e con il Decreto Legislativo del 6 novembre del 2007 ha stabilito il regime sanzionatorio relativo al pacchetto igiene e all'applicazione dell'Haccp. Da quella data le aziende del settore hanno iniziato l'iter per regolamentare o adeguare la loro posizione in tema di sicurezza alimentare, intraprendendo una vera e propria corsa contro il tempo per evitare le multe previste.
A distanza di sei anni molto è stato fatto e oggi il settore dell'Haccp è una delle realtà economiche più interessanti, con il continuo moltiplicarsi di corsi specifici, anche online, in grado di formare adeguatamente il personale addetto alle mansioni di autocontrollo alimentare. E non poteva essere altrimenti in un Paese come l'Italia in cui bar, ristoranti ed industria alimentare in generale rappresentano una fetta fondamentale della nostra economia e un nostro fenomenale biglietto da visita.
Investire nel miglioramento degli standard igienici e qualitativi del settore alimentare si sta rivelando, pertanto, sempre di più un'opportunità di crescita per le aziende, in particolare per chi come noi fa della cucina e della cultura gastronomica un vero e proprio stile di vita.