desidero descrivere situazione lavorativa

Buongiorno, desidero descrivere la mia situazione lavorativa e comprendere se ci sono i presupposti per intraprendere un'azione legale. Sono dipendente, da più di 20 anni, di una importante azienda privata leader per anni nel settore dei servizi in outsourcing. Attualmente ricopro il ruolo di coordinatore operativo di commesse, con mansioni che includono la gestione delle risorse, il dimensionamento, la gestione di ferie e permessi, nonché il mantenimento di rapporti con il cliente per garantire la soddisfazione e il raggiungimento degli obiettivi contrattuali. Negli ultimi 6 anni, la stabilità lavorativa nell'azienda è diventata sempre più precaria, con la perdita graduale di contratti con i clienti. Pur avendo acquisito una competenza ampia e trasversale attraverso l'esperienza su diverse commesse, negli ultimi due anni ho subito una situazione particolarmente difficile. La commessa su cui ero assegnato non ha rinnovato il contratto alla scadenza, e nonostante ci fossero ancora altre commesse attive, comprese quelle con personale del mio stesso profilo, sono stata messa in cassa integrazione al 100%, mentre i miei colleghi con profilo analogo che lavoravano su commesse ancora attive sono rimasti operativi. Sottolineo che, non avendo mai avuto un'attribuzione rigida alla commessa/e in questione e avendo svolto diverse mansioni su varie commesse nel corso degli anni rendendomi sempre disponibile alla richieste di spostamento/supporto da una commessa all'altra , non ritengo corretto che mi abbiano lasciato in cassa integrazione per un periodo prolungato, con un conseguente pregiudizio economico, mentre i miei colleghi, semplicemente perché assegnati a commesse ancora attive, continuavano a lavorare. Dopo quasi un anno di cassa integrazione al 100%, sono stata richiamata in servizio perché un mio ex collega ha dato le dimissioni e io l'ho sostituito (quindi se ero idonea alla sostituzione non capisco perché non mi hanno fatto ruotare in tempo normale). La commessa poi per scadenza contrattuale è stata sospesa e sono stata rimessa nuovamente in cassa integrazione al 100% e nel frattempo era rimasta una commessa ancora attiva sul sito in attesa di scadenza contrattuale. Dopo un altro anno di cassa integrazione la commessa precedentemente sospesa viene riattivata per soli tre mesi, scade il 31 dicembre e sarò nuovamente in cassa integrazione. Attualmente, non risultano essere attive altre commesse nel ramo del customer care all'interno dell'azienda. Tuttavia, è importante sottolineare che l'azienda possiede anche una parte madre che si occupa di digitalizzazione e che probabilmente sarà stata negli anni staccata strategicamente e negli ultimi tempi ho notato uno spostamento di molte risorse da parte dell'azienda madre, senza una chiara e trasparente definizione dei criteri adottati in questo processo. Attualmente, secondo comunicati sindacali, sembra che l'azienda intenda assegnare i dipendenti, me compreso, a enti regionali per partecipare a corsi di riqualificazione. Dopo 23 anni di servizio e l'acquisizione di competenze professionali significative, considero questa prospettiva estremamente umiliante e un possibile spreco di tempo. La mancanza di comunicazioni dirette da parte dell'azienda in merito a questo processo di riqualificazione genera ulteriore incertezza e ansia riguardo al mio futuro lavorativo. A mio avviso sono stati diversi gli aspetti discutibili tra cui: In primo luogo, è stato notato che durante periodi di cassa integrazione al 100%, mentre ancora erano presenti commesse attive sui siti operativi, l'azienda ha optato per la mia messa in cassa integrazione anziché considerare l'opzione di ruotare il personale tra le diverse commesse disponibili. Tale scelta è apparsa particolarmente ingiusta, considerando la mia ampia e flessibile gamma di competenze, dimostrata anche dalla mia pronta reintegrazione quando un collega ha lasciato l'azienda. Inoltre, al momento del mio rientro dopo un periodo di cassa integrazione, mi è stato assegnato un tasso di cassa integrazione superiore rispetto al resto dello staff che gestivo. Questa disparità nell'applicazione delle misure di cassa integrazione è stata per me fonte di disagio e preoccupazione. Successivamente, nonostante il mio rientro, ho sperimentato una serie di richiami discontinui e, al termine di tutte le attività, non mi è stata proposta alcuna opportunità di incarico presso l'azienda madre, come è avvenuto per altre risorse provenienti dalla stessa realtà aziendale. La situazione culmina ora con l'annuncio di un possibile inserimento in corsi regionali di riqualificazione, una prospettiva che ritengo poco promettente e priva di futuro lavorativo concreto. La mia difficoltà economica e le crescenti preoccupazioni riguardo alla ricollocazione professionale, specialmente considerando la mia età (53 anni), aumentano ulteriormente. Prima di procedere con eventuali azioni legali, desidero comprendere se effettivamente esistono i presupposti giuridici per intraprendere una causa e se ci sono possibilità concrete di vincere la stessa. Inoltre, vorrei esplorare la possibilità di una consulenza legale che preveda un compenso per il consulente solo in caso di esito favorevole. In tal modo, potrei affrontare questa situazione legale senza ulteriori oneri finanziari nel caso in cui la causa non avesse successo. Resto a disposizione per ogni approfondimento ulteriore e ringrazio in anticipo per l'attenzione

Richiesta del 01/01/2024 nella categoria consulenza del lavoro.


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