Le alternative all'olio di oliva

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Come sostituire l'olio di oliva

Come è generalmente noto, il mercato propone numerose alternative all’olio di oliva, alcune delle quali realmente apprezzabili per sapore e qualità. L’olio, oltre che dai frutti dell’olivo, tanto apprezzati nel Belpaese, può essere infatti ricavato da semi e frutti di altri innumerevoli vegetali.

Alimenti che, sono sostanzialmente accomunati da talune caratteristiche come l’elevato contenuto di acidi grassi insaturi, come quello linoleico ad esempio, e da proprietà organolettiche poco marcate, in seguito alla rettifica.

I nutrizionisti, d’altra parte, tendono a consigliare le alternative all’olio di oliva quasi esclusivamente come condimento, quindi da consumare crudi, dal momento che, fatta eccezione del’olio di semi di arachide, si rivelano spesso poco adatti alla frittura. L’elevata presenza di polinsaturi determina, difatti, frequenti alterazioni del prodotto durante la frittura, rendendo l’operazione poco consigliabile ed inefficace.

Di seguito sono elencati gli oli di semi alternativi più conosciuti e apprezzati:

  • Olio di semi di girasole, ottenuto dai semi del girasole (Helianthus annuus), della famiglia delle Composite, parente quindi di crisantemi, lattughe e dalie. E’ uno dei più consumati oli alimentari, grazie alla elevata densità di acidi grassi insaturi e può essere adoperato anche per la frittura;
  • Olio di semi di mais, ricavato dai germi dei semi di Zea mais, cereale originario del Nordamerica, ma coltivato anche in Italia. E’ abbastanza simile all’olio di semi di girasole ed è composto prevalentemente da acido linoleico, oleico e palmitico, oltre a possedere una significativa quantità di tocoferoli che però tende a calare dopo i trattamenti di rettifica;
  • Olio di semi di arachide, estratto dai semi di arachidi (Arachis hypogaea), della famiglia delle Leguminose. E’ molto simile all’olio di oliva ed è perciò considerato fra i più pregiati e nutrienti. Grazie alla sua stabilità si presta molto bene alla frittura;
  • Olio di semi di soia, ricavato dai semi della soia, leguminosa notoriamente originaria dell’Asia, ma presente in grosse quantità ormai anche in Europa. Vanta un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi e di lecitina, oltre che gradevoli proprietà organolettiche. Per queste ragioni ha un vasto utilizzo nelle diete anticolesterolo. La soia, per chi non lo sapesse, rappresenta la maggiore fonte di grassi alimentari al mondo;
  • Olio di semi di zucca, ottenuto mediante spremitura a freddo dai semi della zucca (Cucurbita pepo). Di provenienza sostanzialmente austriaco-ungherese, abbonda di acidi grassi insaturi;
  • Olio di cocco, estratto dalla polpa essiccata delle noci di cocco, cioè la cosiddetta copra, è particolarmente ricco di acidi grassi saturi a catena corta. Ha molteplici applicazioni, anche al di fuori del settore alimentare;
  • Olio di palma e di palmisti, ricavati entrambi dalle palme d’olio (Elaeis guineensis, Elaeis oleifera, Attalea maripa), il primo, in particolare, dal frutto, il secondo dai semi. Sono pochi diffusi nella cucina mediterranea, seppur nel 2007, insieme, risultavano il secondo olio più prodotto al mondo dopo quello di soia. Sono caratterizzati da una massiccia presenza di acidi grassi saturi, come l’olio di cocco, e sono considerati fra i più aterogeni, ossia responsabili di fenomeni aterosclerotici, e, per altre ragioni, fra i meno salutari al mondo.

 

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