La situazione è la stessa dal Nord al Sud, alle Isole

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Il Rapporto di Legambiente sui rifiuti

La questione dei rifiuti ad oggi non è stata, in realtà, affrontata in maniera adeguata. A fronte di tante aziende specializzate nello smaltimento dei rifiuti che svolgono il loro importante ruolo con serietà e competenza, fiorisce, purtroppo, ancora un “mercato” parallelo ad opera di chi non opera legalmente.

Infatti, la criminalità organizzata nel nostro paese con i rifiuti fa affari d’oro, una mangiatoia dove può rifornirsi a suo piacimento. Questo cupo panorama emerge da un recentissimo Rapporto reso noto da Legambiente relativo alle attività delle ecomafie, che evidenzia come in Italia vi siano quasi trentacinquemila reati che sono legati allo smaltimento dei rifiuti, crimini compiuti nel 2012.

Ma i dati allarmanti non si limitano a disegnare questo inquietante quadro, infatti le persone denunciate sono state quasi ventinovemila, mentre sono state 161 le ordinanze di custodia cautelare emesse. Sempre nel Rapporto di Legambiente si pone l’accento sul fatto che vi sono stati oltre ottomila i sequestri che vedono un giro di affari che sfora abbondantemente i sedici miliardi euro. In tutto ciò risultano coinvolti bel 302 clan, con un aumento di 6 clan a confronto dei dati riguardanti l’anno precedente.

Un malaffare che danneggia le aziende oneste e avvelena il Belpaese

Tutto questo rappresenta esclusivamente la punta di un immenso iceberg, come si usa dire. Una torta da spartire di enorme valore, e nonostante gli sforzi compiuti dalle forze dell’ordine gli interessi della malavita sono sempre più forti. Quello che manca è certamente una risposta veramente incisiva in grado di poter realmente debellare questa piaga che avvelena l’ambiente e nuoce ad un settore imprenditoriale serio. Questi dati che sono ogni anno riportati da Legambiente, confermano, purtroppo, che ogni tipo di azione fino ad oggi intrapresa per stroncare questo traffico si rivelata inadeguata e scarsamente efficace. Eppure, viene sottolineato nel Rapporto di Legambiente, nonostante questi inquietanti dati sembra quasi che la politica e l’opinione pubblica accettino passivamente il tutto, considerandolo come se fosse un qualcosa di inevitabile.

E’ anche opportuno rammentare che, secondo i dati disponibili, nel nostro Paese ricicla appena il 30% o poco più dei rifiuti. Dati che fanno semplicemente sorridere, per non dire altro, considerando che molti paese europei sono costretti ad importare immondizia per far funzionare i loro impianti. Il Rapporto di Legambiente inerente i traffici delle ecomafie mette ancora una volta in evidenza come quasi la metà dei reati risulti essere concentrata nel solito quadrilatero costituito dalle regioni dove la presenza mafiosa è oramai facente parte delle tradizioni.

Le Regioni più colpite da questo triste fenomeno

Puglia, Calabria, Sicilia e Campania quindi guidano ancora oggi questo triste primato. Un vecchio e saggio proverbio recita “Se Atene piange, Sparta non ride”. Infatti queste regioni sono seguite a ruota dal Lazio, dove il fenomeno è cresciuto di oltre il 13%, dalla Toscana che registra un più 16%. Per quanto riguarda il nord in cima a questa classifica troviamo la Liguria che ha avuto un 9% in più, seguita dalla regione del Veneto che ha visto addirittura un aumento pari a quasi il 19%. Da notare che la verde Umbria ha scalato la classifica, passando dalla sedicesima posizione alla undicesima.

È difficile non vedere in questi dati una fotografia di un Paese nel quale la criminalità e la politica sono fortemente collusi a danno dei cittadini, i quali oltre che a vedere sempre più aumentata la tassa sui rifiuti solidi urbani non hanno in cambio neppure quei servizi che dovrebbero essere di base. Basta fare un semplice giro in qualsiasi città per rendersene conto, meglio ancora se poi si va per le strade della Capitale. Roma è da anni sofferente, eppure nulla è stato fatto e nulla si vede profilarsi all’orizzonte. Potrebbe sembrare uno scherzo, ma qualche anno fa – nella primavera del 2001 – ci fu un importante incontro con la stampa durante il quale si annunciò che si sarebbero sostituiti i vecchi e maleodoranti cassonetti, con quelli igienici profumati alla vaniglia. Ovviamente alle belle parole non sono mai seguiti i fatti.

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