La razionalizzazione

Articolo approfondimento del di

I meccanismi di difesa

Fra i meccanismi di difesa che il nostro io adotta frequentemente incontriamo di certo la razionalizzazione. Attraverso la razionalizzazione l’individuo cerca di mascherare i suoi fallimenti, le sconfitte o le decisioni errate, sostituendo la verità con una costruzione mentale a lui molto più consona. Si tratta, in pratica, di un tentativo di travisare la scomoda realtà dei fatti dandone un’interpretazione più sostenibile, più utile, tale da mantenere inalterato il proprio livello di autostima.

Un noto esempio di razionalizzazione si ritrova nelle letteratura classica e precisamente nella celebre favola Esopiana della volpe e dell’uva, dove la volpe circoscrive come acerba quell’uva a cui non riesce ad arrivare, attuando effettivamente un meccanismo di autocompensazione, di mistificazione della realtà, ossia di “razionalizzazione”.

Un altro caso comune si riscontra quando si è obbligati a compiere una scelta fra due possibili alternative. Solitamente un soggetto portato alla razionalizzazione tenderà a amplificare i vantaggi che la decisione fatta implica, limitando al contempo quelli che invece la scelta scartata avrebbe comunque potuto apportare. Mediante questo processo l’individuo “pensa” di aver preso la decisione migliore, sempre e comunque, evitando tutte quelle indesiderate sensazioni di pentimento o indecisione.

Il meccanismo, in genere, si attiva in maniera del tutto naturale e non costituisce un motivo di preoccupazione dal punto di vista psichico. D’altronde in certi individui l’operazione tende a ripetersi continuamente, irrimediabilmente, così da eludere qualsiasi tipo di situazione che comporta un certo rischio emotivo o sentimentale. Un comportamento di questo tipo è da ritenersi patologico e andrebbe curato; secondo Freud, in particolare, esso rappresenta un chiaro sintomo di nevrosi.

Il problema, è che continuando ad allontanarsi dalla realtà, per insicurezza o per timore, l’individuo non sarà mai in grado di affrontare i conflitti interiori che lo affliggono, trascinando così la sua esistenza in modo incompleto, innaturale e, soprattutto, menzognero.

Inoltre, con il passare del tempo sarà obbligato a creare delle strutture logico-mentali sempre più complesse per giustificare i suoi umani insuccessi e sbagli, entrando in un progressivamente più greve circolo vizioso, quando la soluzione più semplice sarebbe quella di ammettere una volta per tutte la propria imperfezione e la propria naturale fragilità.

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