La bulimia

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Cosa è la bulimia

Fra i disturbi tipici nell’ultimo cinquantennio ritroviamo senza ombra di dubbio la bulimia. La bulimia è un disturbo dell’alimentazione molto complesso, parecchio simile all’anoressia per la forma in cui si manifesta ma comunque diverso per alcune sue caratteristiche basilari.

Ogni anno, la bulimia, colpisce un numero impressionante di persone, attecchendo in una percentuale dominante il mondo femminile. Le ultime statistiche, ad esempio, attestano la presenza di 1,45 milioni di bulimiche in Italia nel 2013, una cifra stimata in aumento e praticamente doppia rispetto al numero di anoressiche (invece in calo). I maschietti sono in evidente minoranza, rappresentando nemmeno il 10% del totale, tuttavia il loro numero si stima in notevole crescita. Stando alle previsioni del Cidap, negli ultimi 5 anni il rapporto maschi/donne affetti da bulimia è sensibilmente aumentato, affettando per lo più la fascia di età fra i 16 e i 24 anni.

I dati risultano ancora più drammatici se si pensa che la maggior parte di questi soggetti tende ad ignorare il problema o, comunque, a non considerarlo alla stregua delle più comuni patologie psichiatriche.

Ma cosa è esattamente la bulimia?

La bulimia, come accennato prima, è un disturbo dell’alimentazione, fra i più conosciuti attualmente. Una persona affetta da bulimia risulta ossessionata dal desiderio di consumare, in un primo momento, quantità evidentemente eccessive di cibi e bevande. Tuttavia, dopo essersi “ingozzato” il bulimico sperimenta una fase di profondo pentimento, di severa autocritica, nella quale egli capisce di non avere più alcun autocontrollo e decide perciò di autopunirsi. La “punizione “ che si può infliggere va dall’induzione al vomito al digiuno, dall’uso sconsiderato di purganti e lassativi ad una altrettanto eccessiva attività fisica a scopi dimagranti. Questi comportamenti dovrebbero, a giudizio del bulimico, servire per perdere quelle calorie e quel grasso in eccesso che la loro cattiva condotta ha provocato. In verità, ciò che fanno è aggravare la loro già rischiosa condizione, generando infezioni del cavo orale e dell’apparato digerente, squilibri elettrolitici, depressione e disturbi dissociativi della personalità.

 

 

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