Quando i bambini dicono le bugie

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Perché i bambini dicono le bugie?

Le bugie come tutti i prodotti della malizia umana, non tardano troppo a manifestarsi anche nel mondo dei bambini. Spesso e volentieri, la menzogna si trasforma in consuetudine ed il bambino la utilizza continuamente per occultare le sue malefatte. D’altronde diventare bugiardi è possibile, a volte oserei dire probabile, ma è essenziale che i genitori comprendano un concetto basilare della pediatria: “prima dei 3 anni i bambini non dicono bugie”. Mai.

L’alterazione voluta della verità, utilizzata per raggiungere certi determinati scopi, per nascondere a mamma e papà una notizia spiacevole o per attirare l’attenzione dei compagni, si impara solo ed esclusivamente dopo i tre anni. Tutto ciò che succede prima, non avviene con “malizia”, ma ricalca semplicemente un errore comune del bambino, quello di amalgamare realtà e finzione.

Di fatto, il bambino con meno di tre anni non ha ancora chiara la differenza fra realtà ed immaginazione e tende facilmente a confondersi. È ancora estremamente impressionabile e sensibile e, soprattutto, non ha ancora sviluppata quella specifica abilità mentale. Si dimostra, quindi, particolarmente suscettibile ad ogni tipo di racconto, storia o canzone ascoltata alla radio, al computer o alla televisione ed è da queste fonti che trae spunto per le sue avventure fantastiche.

Quando un bambino sotto i 3 anni vi racconta una storia imperniata di avvenimenti magici ed aneddoti fantasiosi, non vi sta mentendo, piuttosto sta elaborando il suo personale resoconto di quello che ha vissuto. Un comportamento simile non va assolutamente rimproverato, poiché la capacità di immaginazione è parte necessaria dello sviluppo intellettivo e così si rischierebbe di demolirla. D’altronde tutto ciò non va nemmeno troppo incoraggiato, così come ignorato. Se il bambino vi sembra stia un po’ eccedendo nella fusione fra sogno e realtà, dovrebbe bastare riposizionargli un attimo i piedi per terra.

Come? Il metodo migliore è la socializzazione. Permettendo al bambino di crearsi un piccolo gruppo di compagni di gioco, educandolo all’attività sportiva e, perché no, passando un po’ di tempo con lui coinvolgendolo nelle “faccende da adulti”, starete riconsegnando al bambino quel perduto senso della realtà.

Tuttavia, se la situazione inizia a diventare davvero preoccupante, non sarebbe male consultare uno psicologo. A volte il disturbo è causato da circostanze ben più serie, che alimentano in lui un desiderio di fuga dalla realtà. Sono i casi di spiacevoli ambienti familiari, caratterizzati da continui litigi e, nella peggiore delle ipotesi, da violenza domestica, o di famiglie troppo rigide ed esigenti, o ancora troppo impegnate e che finiscono per trascurare il bisogno di affetto e attenzione del bimbo.

 

 

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