Al vaglio ci sono due proposte di Legge

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Edilizia marchigiana, in vista una nuova legge urbanistica

Avviare al più presto iniziative per il recupero dei centri storici nonché per la riconversione e il recupero del patrimonio; al tempo stesso prevedere degli incentivi per tali tipi di interventi edilizi. Queste le istanze avanzate dalla Confartigianato Marche e dalle associazioni artigiane Cna nel corso di una conferenza stampa congiunta che si è svolta ad Ancona a metà dicembre 2013.

L’incontro con gli organi di informazione era stato indetto per illustrare le proposte delle imprese edili come anche le richieste di modifica di una proposta di legge regionale urbanistica, approvata dalla Giunta ed ora all’esame della preposta Commissione consiliare congiuntamente ad un’altra proposta di legge di iniziativa popolare.

Gino Sabatini, presidente della Cna Marche, e Bruno Crescimbeni, presidente di Confartigianato Costruzioni Marche, hanno ribadito che le questioni urbanistiche e di governo del territorio a loro avviso debbano essere affrontate in un unico testo di legge urbanistica regionale. Tale testo per loro dovrebbe uscire dal confronto della Regione sia con gli enti locali che con le associazioni di categoria, in modo che sia finalizzato, entro il mese di gennaio, a rilanciare il settore marchigiano delle costruzioni. Sabatini e Crescimbeni all’unisono hanno sottolineato come a loro avviso entrambe le due proposte di legge in esame siano inadeguate.

Chieste misure per far uscire dalla crisi il settore edilizio

Senza modifiche per la Cna e la Confartigianato Costruzioni si rischierebbe di bloccare il settore edile per dieci anni per via dell’eccessiva burocrazia. Quest’ultima, infatti, rimanderebbe le competenze tra Regione, Province e Comuni, rendendo eccessivamente pesanti le procedure con conseguenti maggiori oneri e costi per le imprese. Inoltre, viene giudicato un errore quello di introdurre, e quindi prevedere, l’obbligatorietà dei Piani Intercomunali Strutturali. Per le due organizzazioni, la co/pianificazione tra Comuni andrebbe fatta solo se esiste una condivisione di obiettivi e che questi siano non solo compatibili con la sostenibilità territoriale ma anche sostenuta da incentivi.

Nel corso della conferenza stampa è stato ribadito con vigore che non si può più perdere tempo prezioso considerato che negli ultimi 4 anni il settore edilizio marchigiano ha perso ben 5.826 addetti pari al 12,% della forza lavoro (che sono 23.943 dipendenti e 17.399 artigiani per un totale di poco più di 41 mila addetti). Inoltre il valore aggiunto dell’edilizia regionale in un anno è calato da 1.862 a 1.721 milioni di euro, facendo registrare una perdita di circa 141 milioni di euro. Il peso del settore sul Pil regionale pertanto si è ridotto dal 5,5 al 5,1 per cento.

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