Pneumatici termici
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Descrizione Pneumatici termici
Quante volte ti sarà capitato di fregarti le mani in inverno per riscaldare, riattivando così la circolazione del sangue nei capillari. Le tue mani dopo un po’ si sono scaldate perché l’attrito che si è formato tra le tue mani ha creato calore. In principio, lo stesso avviene con gli
pneumatici termici, quegli pneumatici che sono raccomandati in inverno, soprattutto quando la temperatura esterna, e quindi anche quella del manto stradale, scende sotto i 7° centigradi.
Cosa sono gli pneumatici termici? Altro non sono che i cosiddetti pneumatici invernali o da neve, quindi hanno tutte le stesse caratteristiche, come mescola con maggiore silicio, battistrada con lamelle più fine degli pneumatici estivi, il contrassegno M+S, che sta per fango + neve, e il simbolo del fiocco di neve su una montagna per l’identificazione premarcata sul copertone.
Ma perché chiamarli ‘termici’? Sono chiamati pneumatici “termici”, anche se questa definizione non è corretta per il codice della strada, che li definisce semplicemente ‘pneumatici invernali’, perché la loro speciale mescola, costituita da caucciù e molta silice, con l’attrito che crea con il manto stradale e la neve, si “scalda”. In che senso? Le speciali lamelle che configurano il battistrada, durante il rotolamento si flettono. Di conseguenza, il loro flettersi li avvicina provocando un continuo contatto tra loro e, a causa di evidenti principi meccanici, fanno aumentare la temperatura dello pneumatico. Se rapportiamo la maggiorata temperatura del battistrada a contatto con la superficie innevata o ghiacciata del fondo stradale, è ovvio concludere che lo pneumatico favorisce e facilita la propria aderenza. È proprio la differenza di temperatura che crea un effetto di tipo ‘adesivo’ fra lo
pneumatico termico e l’asfalto, garantendo così nella marcia maggiore stabilità e aderenza al percorso.
Ovviamente, l’uso di
pneumatici termici è consigliato nel periodo invernale, perché mal sopportano il caldo.
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