Federcostruzione Contro la Pressione Fiscale

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Federcostruzioni si appella al Governo per uscire dalla crisi

Il comparto dell’edilizia si trova in una crisi profonda ed avrebbe bisogno di una vera e propria boccata di ossigeno per potersi risollevare. Non passa giorno che si ha notizie di imprese che sono costrette a licenziare o addirittura chiudere i battenti. Questo non fa che accentuare la crisi già in atto da qualche anno.

Non si può perdere altro tempo e si deve fare qualcosa affinché le cose cambino. Di questo avviso è anche la Federcostruzioni, punto di riferimento di gran parte del comparto edilizio, visto che in essa si riconosce ben il 90 per centro di chi opera in tale settore. La Federazione sottolinea come tra il 2008 e il 2012 il valore della produzione sia drasticamente crollato riducendosi di un quarto; la perdita stimata sarebbe l’astronomica somma di 80 miliardi di Euro.

Nel Rapporto 2013 la “fotografia” della crisi

Tutto questo è stato messo nero su bianco nel Rapporto 2013 incentrato su “Il sistema delle costruzioni in Italia” e redatto utilizzando dati di prima mano raccolti direttamente presso le varie associazioni di categoria. Il rapporto è stato presentato a Roma giovedì 28 novembre 2013 da Paolo Buzzetti, presidente della Federcostruzioni. Il panorama delineato è a tinte scure.

Nel 2012 in Italia l’edilizia ha generato un valore economico pari a circa 440,3 miliardi di euro. Al netto dei servizi, questo valore si riduce a 359 miliardi. Facendo un piccolo passo indietro nel tempo, il 2012 rispetto al 2011 aveva fatto registrare un calo del 7,3 per cento, con una perdita di poco meno di 23 miliardi di Euro nell’arco di appena 12 mesi. Una situazione che sarebbe potuta essere ancora più tragica se non ci fosse stata richiesta giunta dall’estero, con lavori affidati ad aziende italiane. Il 2013 non è andato meglio, essendosi registrato un altro calo del 4 per cento.

Nubi nere incombono anche sul 2014

Con queste premesse, anche per il 2014 le previsioni sono negative, anche se forse ci sarà una contrazione più contenuta (si ipotizza del 2,9%). Per il presidente di Federcostruzioni non ci sarà alcuna ripresa se il Governo non avvierà una adeguata politica di sostegno al sistema dell’edilizia. Se così non sarà, il Paese, ammonisce Buzzetti, rimarrà nel pantano dove si trova non potendo uscire in tempi rapidi dalla crisi; il che farà sì che i tempi della ripresa invece di accorciarsi si allungheranno mettendo ancor di più in ginocchio chi vive di edilizia.

Viene poi rimarcato come la mancanza di liquidità e la difficoltà per le imprese edili nell’accedere a finanziamenti presso gli istituti bancari rappresentino altri fattori che incidono negativamente sulla possibilità del rilancio dell’attività produttiva. Nonostante questi freni, non si ferma la ricerca e l’innovazione; sforzi che andrebbero premiati con una maggiore attenzione da parte di chi è al Governo. In particolar modo, per rimanere competitivi sul mercato, si sta individuando un modo diverso di costruire puntando sempre più sulla sostenibilità, sull’efficienza energetica e su soluzioni costruttive all’avanguardia.

Il presidente di Federcostruzioni guarda oltre a quello che è lo specifico settore delle costruzioni, in quanto è dell’avviso che se si alleggerisse la pressione fiscale in generale, le cose andrebbero meglio per tutti.

L’edilizia, tanto per rimanere in argomento, è strettamente connessa al mercato immobiliare e se le persone non hanno soldi a sufficienza non resta loro che tagliare le spese, rinunciando non solo acquistare un’abitazione ma anche ad un’eventuale ristrutturazione. Quindi per Buzzetti si deve rivedere il tutto, eliminando quella che lui stesso definisce una “fiscalità punitiva” e che non ha fatto altro che trasformare un bene primario (quello della casa) in un sogno proibito. E perché questo sia possibile, suggerisce di non lasciarsi scappare i sostanziosi fondi che l’Unione Europea mette a disposizione.

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