La proposta: “Per uscire dalla crisi rendere permanenti gli incentivi”

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Edilizia, i dati del Rapporto Confartigianato Costruzioni 2013

Ancora non ci sono cenni concreti di ripresa per l’edilizia. Anche il 2013 è stato in negativo per le costruzioni. Un quadro che è stato delineato nel Rapporto 2013 della Confartigianato, presentato il 7 dicembre in occasione dell’Assemblea della Confartigianato Costruzioni, presieduta da Arnaldo Redaelli.

Tra il mese di settembre del 2012 e lo stesso del 2013 è diminuita del 7,1% l’occupazione nel settore con una perdita di ben 123 mila addetti. Un calo che, se si somma a quello registrato dal 3° trimestre 2008, conduce ad una diminuzione di 400 mila occupati nell’edilizia, pari ad un meno 20%. Non va meglio per le imprese artigiane dell’edilizia, le quali hanno fatto registrare un saldo negativo – nel medesimo periodo – del 4,3%.

Un qualcosa di positivo, tuttavia, di vede all’orizzonte grazie alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni che possono rappresentare una boccata di ossigeno per le ditte. Dai dati raccolti, a dir poco sconfortanti, emerge che nel 2012 il valore aggiunto del settore è calato del 5,8% rispetto all’anno 2011. Questo calo aumenta ancor di più se si va ancora più indietro nel tempo, facendo un piccolo balzo di 4 anni, ossia al periodo pre/crisi: dal 2007 al 2012, la perdita di valore aggiunto nel settore edilizio tocca il 22,2%; un calo non di poco conto se si considera che i vari settori economici in media hanno perso il 6,6 per cento del valore aggiunto.

Altro dato che dà da pensare, riguarda il calo dei finanziamenti alle imprese di costruzione: tra il giugno 2012 e il settembre 2013 la flessione registrata è stata del 2,8%. Credito più scarso, ma anche costoso, in quanto i tassi di interesse corrisposti dagli imprenditori del settore sono sui 7,48%, ossia 1 punto in più rispetto alla media dei tassi applicati al totale delle ditte.

Un mercato immobiliare al collasso

Un altro duro colpo è venuto dalla drastica diminuzione della capacità di acquisto da parte delle famiglie, le quali, essendoci pochi soldi e tante spese, hanno rinunciato a comprare casa, tanto che le compravendite immobiliari a settembre 2013 hanno registrato un picco verso il basso del 6,6% rispetto all’anno precedente; il 7° calo consecutivo dal 1° trimestre 2009. Anche se la cosa potrebbe sembrare logica, da una parte non si compra e dall’altra non si vende. Il mercato immobiliare, infatti, è drammaticamente stagnante: la diminuzione delle compravendite si è tradotta in un consistente quantitativo di case rimaste sul mercato in vana attesa di acquirenti e che è pari, nel 2012, al 64,4%.

In continua flessione, di conseguenza, la richiesta di mutui per comprarsi un tetto: nel solo periodo tra agosto e ottobre 2013 in Italia, tale richiesta è diminuita dell’1 per cento, mentre nell’area euro è cresciuta di quasi altrettanto. Come se non bastasse, il tasso d’interesse applicato per le famiglie sui mutui per comprare una abitazione è maggiore di ben 54 punti base rispetto alla media europea cioè 3,31 per cento a fronte del 2,77%.

Una boccata di ossigeno dagli incentivi fiscali

La Confartigianato non si limita, tuttavia a fotografare la situazione, bensì indica anche possibili strade per attenuare le difficoltà sia delle imprese che dei lavoratori. E una di quelle è di puntare sempre più all’incentivare le ristrutturazioni nonché la riqualificazione energetica degli immobili. Incentivi che possono smuovere il settore edilizio e allentare la morsa della crisi. Il rapporto di Confartigianato, infatti, rileva che, ad ottobre 2013, sono circa 2 milioni 300 mila i proprietari di edifici orientati ad porre in essere nel 2014 un intervento di manutenzione e ristrutturazione, e, grazie alle misure introdotte dal Governo Letta, il loro numero è cresciuto del 37,4% (+631.000) rispetto allo stesso mese del 2012.

La “medicina” per guarire un settore così duramente provato per la Confartigianato potrebbe essere proprio quella di rendere permanenti e stabili gli incentivi in modo da poter centrare più obiettivi quali il rilancio delle imprese delle costruzioni, la riqualificazione del patrimonio immobiliare, la difesa dell’ambiente e il risparmio energetico e, infine, l’emersione di attività irregolari.

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