Venezia e il suo hinterland auspicano il rilancio dell’edilizia

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La scure della crisi sull’edilizia nella provincia di Venezia

Non c’è zona d’Italia che non si trovi in una situazione di sofferenza nel settore dell’edilizia a causa della profonda crisi economica. Qualcuno guarda con cauto ottimismo al 2014, ma se si volta la testa verso l’anno appena trascorso si vede quanto sia stato tutt’altro che positivo.

Ad essere duramente colpito anche l’operoso Nord Est, con tagli occupazionali e aziende edili che sono state costrette a chiudere i battenti. Infatti, il comparto dell’edilizia non ha brillato neanche in provincia di Venezia. Il 2013 in questa area è da dimenticare e questo è stato ribadito anche dai partecipanti ad un incontro che si è svolto a Mestre, presso la sede del Centro Servizi.

Al vertice hanno preso parte Lucio Gianni, assessore alle Attività Produttive della Provincia della Serenissima; il consigliere Roberto Dal Cin, presidente della commissione lavoro; Pier Orlando Roccato, direttore regionale del Veneto della Confapi-Aniem.

Provincia di Venezia, dati allarmanti nel settore dell’edilizia

Preoccupanti i dati. Nel 2013, il quarto quadrimestre dimostra, rispetto al medesimo periodo del 2012, quanto consistente sia stata la crisi del comparto edilizio sull’intero territorio veneziano. Da quando, nel 2008, è iniziata la crisi a livello nazionale, si è perso il 60% delle imprese dell’edilizia. Negli ultimi 4 mesi del 2013 è andato perduto il 15% in più di piccole ditte specializzate nel mattone. Inoltre, è aumentata del 20% la richiesta della cassa integrazione, mentre è diminuito del 5% il valore degli immobili già esistenti in relazione al valore di vendita. Attualmente i tempi delle vendite degli edifici in centro città oscillano dai 9 ai 12 mesi e nella semi periferia dai 18 mesi in poi. Oltre il 20% in più delle agenzie immobiliari, rispetto ad all’anno prima, ha chiuso i battenti.

Il direttore regionale Confapi-Aniem, Roccato, non ha nascosto un certo pessimismo se le cose non cambieranno. Ha detto che purtroppo ci si aspetta un 2014 caratterizzato da ulteriori turbolenze. L’edilizia, ha rimarcato, è un settore da sempre traino dell’economia e non solo di quella locale; e quanto questo sia vero, lo prova il fatto che un posto di lavoro nell’edilizia a sua volta ne genera altri 3 in altri settori. Un accorato appello è stato rivolto alle banche che dovrebbero concedere mutui per far ripartire questo importante volano economico. Per Pier Orlando Roccato occorre un sistema bancario che non sia frenante, ma che finanzi le acquisizioni delle prime case così come le ristrutturazioni edilizie. Proprio le ristrutturazioni potrebbero rappresentare una fondamentale e vitale boccata di ossigeno per l’edilizia della provincia di Venezia. Motivo per il quale viene chiesto agli amministratori locali di dare il via alla gestione, alla conservazione e alla riqualificazione dell’attuale patrimonio.

Per l’assessore provinciale Lucio Gianni si deve “fare squadra”

L’assessore Lucio Gianni ha sottolineato come ancora una volta i dati dimostrino che la situazione non inverte la tendenza del continuo calo di occupazione. Emerge, pertanto, evidente l’immediata necessità che, ad ogni livello, tutte le amministrazioni e gli Enti facciano squadra a prescindere dalla loro appartenenza politica e dalle loro ideologie. Oggi, ha aggiunto l’assessore alle Attività Produttive, è più che mai indispensabile che chi è al governo del Paese prenda coscienza che le ditte edili del territorio della provincia di Venezia hanno bisogno di risposte nonché di scelte coraggiose e non di slogan inconcludenti ed inutili.

Da parte sua, il consigliere Roberto Dal Cin ha detto che deve assolutamente ripartire la progettualità ed ha anche accennato alla riqualificazione della zona di Porto Marghera che un domani potrebbe rappresentare una fonte di sviluppo e di occupazione. Per Dal Cin, poi, il Piano casa è certamente un’ottima opportunità, anche se al giorno d’oggi la crisi economica rischia di non poter far sfruttare al meglio il Piano casa, poiché la recessione ha colpito la famiglia ed sbriciolati i suoi risparmi.