Gli appalti al massimo ribasso spesso sono deleteri

Articolo approfondimento del di

La sicurezza nei cantieri, rispettare le norme in ogni caso

Roberto Cellini, responsabile della Fillea Cgil di Roma e del Lazio ha recentemente dichiarato in una conferenza stampa che “Nei cantieri, a causa del mancato rispetto delle regole, è dove avviene la maggior parte degli infortuni mortali”.

A tal proposito è doveroso rammentare come nella Regione Lazio siano preposti alla vigilanza sul rispetto della severa normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro solamente venti ispettori, un numero palesemente irrisorio per potersi aver un effettivo controllo dei numerosi cantieri presenti nelle 5 Provincie del Lazio.

Walter Schiavella, segretario nazionale della Fillea ha sottolineato, senza mezzi termini come “Sicuri di poterla farla franca alcuni imprenditori senza scrupoli fanno dei tagli per risparmiare proprio sulla sicurezza”. A fronte di quanto dichiarato anche da tale autorevole fonte è opportuno rammentare che nel 2010 nella regione Lazio si sono registrate ben tredici vittime e che il dato Nazionale riporta 165 morti senza contare altri gravi infortuni fortunatamente non con esito letale. Negli anni successivi la situazione è cambiata di poco. Il che la dice lunga sulla sicurezza nei cantieri ad opera di ditte poco attente alla Legge.

Quindi, le cosiddette morti bianche funestano con un’incidenza notevole i cantieri edili. Questo nonostante i voluminosi e articolati manuali scaturiti dalle varie normative riguardanti la sicurezza. Di chi è la colpa? In merito a questo delicato e importante argomento si dovrebbero effettuare ampie analisi.

Infatti, sarebbe auspicabile che s’indicessero meno tavole rotonde incentrate sulla sicurezza e venissero applicate e rispettate con maggior attenzione tutte le normative previste in materia. Da questo punto di vista il paese Italia è colmo di normative e di leggi, che poi trovano scarsa applicazione e soprattutto non vengono effettuati i doverosi e obbligatori controlli dagli enti preposti.

Non perdere mai di vista la sicurezza nei cantieri edili

Quando avviene una disgrazia in un cantiere le colpe sono di tutti, eppure ancora oggi nonostante l’alta incidenza sembrerebbe quasi un fatto metabolizzato, un qualcosa che è stato dato per inevitabile, ineluttabile. Non si comprendono molto bene le ragioni per le quali chi è preposto all’applicazione delle normative e chi deve controllare che le normative siano rispettate realmente per certi versi siano figure che latitano. Eppure le conseguenze, oltre che morali, sono dure, trattandosi di materia penale.

Ciò nonostante in numerosi cantieri edili si possono constatare che tali normative vengono disattese. Da un punto di vista burocratico tutti i necessari passi vengono in maniera pedissequa eseguiti, poi però da un punto di vista concreto il tutto rimane sulla carta. Non è insolito vedere – cosa grave – edili sulle impalcature muoversi senza l’imbracatura, l’elmetto, i guanti da lavoro e quant’altro di obbligatorio. Se le disgrazie accadono, molto, ma molto raramente, è per caso.

Il settore dell’edilizia vive da tempo una crisi che affonda le sue radici non solo nella situazione economica che sta vivendo l’intero Paese, ma anche per una mancata programmazione da parte della politica. Basta semplicemente considerare che uno degli strumenti chiave, e cioè il Piano Regolatore, è visto come strumento politico e non come mezzo di sviluppo organico e armonioso di una città.

Per comprendere ancora meglio il modus operandi della politica è giusto rammentare che, ad esempio, il Comune di Roma per quanto riguarda gli appalti applica un ribasso medio che si aggira attorno al 35-36%, mentre per certe aziende come l’Acea si arriva anche al 50%. Le conseguenze di tutto questo sono abbastanza chiare e non occorre sottolineare come il tutto poi abbia una ricaduta anche nel campo della sicurezza.

Spesso le gare al massimo ribasso hanno “ricadute” sulla gestione dei cantieri

Le normative burocratiche poi di certo non favoriscono uno sviluppo del comparto edile. Nonostante il fatto che sulla carta venga previsto il tutto, si denota in maniera chiara e lampante che molte delle cose previste vengono – come ricordato – regolarmente disattese. La sicurezza nei cantieri dovrebbe essere un qualcosa di così automatico che basterebbe semplicemente l’applicazione del buon senso per comprendere cosa fare e cosa non fare.

Per certi versi sembra quasi di vedere il gioco delle parti, tanto caro a Pirandello. Ma se l’opera scritta dal grande scrittore siciliano premio Nobel per la letteratura è un qualcosa di grandioso, nella vita di tutti i giorni questo modo di comportamento implica delle tragiche conseguenze. Infatti oltre alle vittime si devono anche calcolare tutte le persone che sono rimaste invalide e che, quindi, non possono più lavorare finendo di conseguenza a carico della collettività.

Se moralmente è giusto supportare e aiutare chi ne rimane vittima, uno Stato serio non può pensare che queste persone ormai impossibilitate a lavorare possano aumentare perché vengono disattese le più semplici e banali regolamentazioni sulla sicurezza. In ogni attività può avvenire l’imponderabile, la disgrazia, ma un conto sono eventi eccezionali e non prevedibili, un altro è che tale situazione sia figlia di inadempienza e di un pressapochismo.

La sicurezza nei cantieri dovrebbe essere sempre al primo posto in assoluto. Forse sarebbe il caso che quando si tratta di sicurezza ci fossero maggiori pressioni anche da parte delle ditte sul proprio personale. In tempi di crisi non è difficile rimpiazzare chi non intende assoggettarsi alle regole. È meglio il licenziamento di un addetto che non rispetta volutamente quanto previsto dalla Legge antinfortunistica piuttosto che per il responsabile del cantiere e la ditta dover affrontare poi un processo penale o un percorso riguardante i rimborsi assicurativi.

Immagini correlate