Cosa è l'elettroencefalografia

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Come funziona l'elletroencefalografia

L’elettroencefalografia è un esame non invasivo che permette di analizzare gli impulsi elettrici, o onde, che il nostro cervello produce durante la sua incessante attività. Gli impulsi vengono captati da degli elettrodi posizionati sulla superficie cranica, i quali risultano a loro volta collegati ad uno speciale marchingegno computerizzato, che serve a tradurli in una traccia cartacea. La traccia viene poi letta ed interpretata dal medico specialista.

La sua invenzione risale al secolo passato e si deve al lavoro scrupoloso del medico tedesco Hans Berger.

Si tratta di un esame piuttosto importante poiché permette di rilevare le eventuali alterazioni delle onde cerebrali, sintomo evidente della presenza di malattie organiche come l’epilessia o di lesioni cerebrali come emorragie.

A dispetto di quanto si possa credere la sua esecuzione non è invece particolarmente complessa, sebbene sia necessario, in fase preparatoria:

  1.  Lavare bene i capelli e non ungerli assolutamente con gel o creme varie;
  2. Consumare un pasto leggero, in modo da non abbassare il livello di zuccheri e di conseguenza influenzare il test, ed evitare bevande alcoliche o eccitanti, quali thè, coca cola e red bull;
  3. Non assumere farmaci sedativi, a meno che non sia il medico a indicarvelo, poiché anch’essi possono interferire sull’analisi delle onde cerebrali.

Durante l’esame vero e proprio il paziente viene prima fatto sdraiare su un apposito lettino, successivamente il medico va ad apporre, con delicatezza, e solo su certe aree del cuoio capelluto, una speciale pomata che consente l’ottimale utilizzo degli elettrodi.

Fatto ciò, il medico dispone simmetricamente sul capo gli elettrodi collegati all’apparecchiatura. In questa fase viene raccomandato al paziente di rimanere immobile e con gli occhi chiusi per non deteriorare la registrazione delle onde. La macchina viene azionata e spenta ogni 5 minuti circa per permettere al paziente di muoversi e riposarsi.

In un secondo momento il medico effettuerà in successione due specifici test. Nel primo verrà chiesto al paziente di accelerare il respiro per circa 3 minuti, mentre nel secondo sarà posta una lampada ad intermittenza e con frequenza variabile davanti ai suoi occhi. Nel corso di quest’ultima manovra il paziente deve aprire e chiudere gli occhi alternativamente su ordine del medico.

Tutte queste operazioni sono ovviamente registrate dall’apparecchio che nel frattempo avrà già stampato su carta la diagnosi, sottoforma di linee poco comprensibili all’uomo comune. E’ perciò compito del dottore leggere la stampa e scrivere la opportuna diagnosi.

La durata dell’esame si aggira sui 40-60 minuti, mentre i risultati sono in genere disponibili dopo pochi giorni.

Non bisogna dimenticare, infine, ad esame terminato, di lavarsi i capelli per levarsi via la pomata per gli elettrodi, adesso inutile, e di non guidare o esercitare attività che richiedono un certo sforzo mentale, se vi è stato somministrato un sedativo. 

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