Cos'è una Radiografia?

Articolo approfondimento del di

La Radiografia

La radiografia, così come la conosciamo noi, è una operazione radiologica attraverso la quale si ottiene una fedele riproduzione su pellicola fotografica di organi o aree precise del nostro corpo visualizzati ai raggi X. La radiografia è precisamente la fotografia delle ombre prodotte dai raggi X.

Attraverso questo procedimento si riesce a fissare in modo definitivo le immagini radioscopiche. Inoltre, la lastra fotografica essendo molto sensibile arriva a  riportare certi fini dettagli e sfumature che l’occhio umano non riesce ad individuare alla semplice scopia, producendo però un’unica immagine del punto in esame.

Quando si esegue una radiografia è necessario posizionare sotto l’organo da radiografare una lastra fotografica, contenuta solitamente all’interno di una scatola piatta in alluminio, chiusa ermeticamente, e chiamata “cassetta”.

Viene utilizzato poi uno strumento chiamato lampada di Roentgen (da Wilhelm Conrad Röntgen, premio nobel per la fisica nel 1901 e “inventore” dei raggi X) che va posizionato ad una distanza variabile dai 60 cm al metro dal paziente. Il tempo di posizionamento dipende sostanzialmente dalla potenza del sistema usato, ma è normalmente abbastanza breve: anche un decimo di secondo quando si adopera a supporto il così detto “schermo di rinforzo”. Quest’ultimo non è altro che un pannello fluorescente, che si illumina a contatto con i raggi X, massimizzando la velocità della operazione. Per ottenere invece il massimo della rapidità si adopera una lastra emulsionata sui due lati e messa in mezzo a due schermi di rinforzo.


Mentre certe zone, come le ossa che abbondano di calcio, sono direttamente visibili, per avere un’immagine utile di quegli organi che non risultano opachi ai raggi X, è necessario adoperare un mezzo di contrasto, come accade ad esempio nelle analisi dell’apparato digerente o dell’apparato uropoietico.

I raggi X, di fatto, sono una forma di energia irradiata naturalmente dai raggi della luce e delle onde radio, tuttavia godono di una lunghezza d’onda e di una capacità di penetrazione nei tessuti molli abbastanza bassa. 

Essi sono invisibili e in grado di impressionare una pellicola o una lastra fotografica (le famose lastre della radiografia). La lastra mostra la configurazione dei tessuti organici con ombre più o meno scure a seconda della capacità di assorbimento dei raggi X da parte dei tessuti.

Come già detto, ossa e denti, ricchi di calcio, assorbiranno i raggi meglio dei tessuti molli, come muscoli o visceri, e di conseguenza saranno agilmente visionabili ed esaminabili; al contrario, gli organi dal tessuto molle, come quelli dell’apparato digerente, assorbiranno poco i raggi e sarà normalmente impossibile visualizzarli correttamente sulla lastra.


Nel primo caso, perciò, non sarà problematico riscontrare eventuali anomalie tramite radiografia. Nel secondo invece bisognerà usare delle “sostanze di contrasto” capaci di rendere opaco l’organo interessato e di conseguenza visibile ai raggi X.

La cistifilea ed i reni, ad esempio, si riescono d far risaltare inserendo dall’esterno, rispettivamente per bocca e attraverso gli ureteri, delle sostanze che rendono appunto tali organi visibili ai raggi. Mediante questo ultimo particolare metodo, si può scoprire la presenza di calcoli, restringimenti o altre formazioni negli organi o nei dotti che ne escono. Somministrando invece al paziente la “pappa di bario” per via orale, renderemo visibile l’esofago, lo stomaco e l’intestino, mentre per via rettale, l’intestino crasso, in modo da riscontrare la presenza di eventuali ulcere o altri fastidi dell’apparato digerente. Esistono, inoltre, dei liquidi radiopachi che si iniettano solitamente nei vasi sanguigni, come nel caso dei reni, nei quali introducendo per via endovenosa una sostanza radiopaca, che poi viene concentrata ed eliminata dagli stessi reni, si possono evidenziare infortuni alla cistifellea ed alle vie biliari. La stessa metodologia delle sostanze radiopache è molto utilizzata per analisi radiologiche di bronchi e seno.

La radiografia non è altro che uno degli strumenti dell’ampia branca medica della radiologia. I suoi “cugini” più noti sono la radioscopia e la scintigrafia.

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